In un mondo ideale, il paziente dovrebbe essere seguito da un team multidisciplinare collegato ai centri di riferimento, senza doversi orientare da solo tra vari centri; tuttavia, permangono disomogeneità territoriali nell’accesso ai servizi sanitari e nei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA).
Alcune regioni intervengono virtuosamente ma ciò accentua le differenze territoriali e spesso costringe le persone a doversi spostare per poter accedere a cure adeguate. A complicare il percorso è l’eterogeneità della presentazione clinica della specifica malattia rara esaminata nel progetto, che porta al coinvolgimento di diversi specialisti nella diagnosi e gestione dei pazienti, ostacolando spesso tempestività e trattamenti appropriati.
Le associazioni pazienti (PAGs), informate sulle pratiche utili e sulle sfide quotidiane giocano in questo contesto un ruolo cruciale. Ed è stato proprio grazie a due importanti PAGs e dall’esperienza di 12 società scientifiche (SS) che è emersa così l’esigenza di creare un percorso per affrontare la gestione clinica e logistica dei pazienti. Poliste ha curato tutte le fasi del progetto: definito il razionale con i presidenti delle SS e con le PAGs, stabilendo il perimetro dei contenuti da sviluppare, selezionato i delegati per redigere raccomandazioni, organizzato incontri per il confronto tra esperti e rappresentanti delle PAGs.
Sono state così sviluppate 51 raccomandazioni suddivise in 7 macro-temi specifici (definizione della malattia, diagnosi, sintomi e dati di laboratorio, prevenzione, trattamento, gestione del paziente e consapevolezza), revisionate e votate online. I dati sono stati in seguito analizzati, raccolti in forma aggregata e sintetizzati in un report grafico. I risultati saranno pubblicati su una rivista indicizzata e resi disponibili alla comunità scientifica, così da valorizzare l’esperienza condivisa.
Nonostante la complessità, l’impegno condiviso ha portato a soluzioni per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Luca Melis, socio fondatore e responsabile BU Lifescience di Poliste
“Piuttosto che soffermarmi sul valore del progetto, che mi pare sia stato già chiarito, preferisco raccontare un aneddoto. Quando il progetto ci è stato proposto, è stato subito chiaro che rappresentava un’occasione speciale, di particolare importanza per noi di Poliste, perché all’interesse scientifico si accompagnava un valore umano unico, la possibilità di rendere un servizio a una comunità di pazienti negletta; e questo per noi è sempre un fattore importante nella selezione dei progetti.
Purtroppo però il progetto si collocava in una finestra temporale in cui l’agenda era già satura di eventi programmati, e sarebbe stato sfidante trovare le date in cui impegnare nei workshop il nostro gruppo di lavoro standard. E per questo è stata questa una delle prime volte in cui abbiamo dovuto creare un team nuovo, che lavorasse in parallelo e in autonomia, di fatto duplicando la capacità operativa della business unit Lifescience, fino ad allora abituata a lavorare in parallelo (con in media circa 20-30 progetti aperti in ogni momento) ma anche a riunirsi nel momento del massimo sforzo, come appunto un workshop importante.
Abbiamo creato un nuovo team e iniziato a collaborare con due nuove persone, e così facendo abbiamo reso i nostri ruoli man mano più flessibili e intercambiabili. Così non solo abbiamo potuto dare qualcosa al progetto, ma abbiamo anche ricevuto dal progetto un dono importante.”